martedì 11 dicembre 2012

Intervista a Davide Cencini


Sono lieta di ospitare l’autore del progetto “Darkwing”, Davide Cencini.
Benvenuto, Davide!

Grazie a te per lo spazio che mi dedichi.

Davide Cencini
Tu stesso, definisci la tua sincerità “la tua peggior qualità”. E’ sempre stato così e come ti trovi, in questa odierna società, dove imperano falsità e ipocrisia?

Non vorrei cadere in un luogo comune, in fondo tutti sappiamo essere bugiardi. Ma sono sempre stato una persona molto spontanea, che crede nella sincerità. Purtroppo questo mi ha sempre cacciato in un sacco di guai, sia nel lavoro che nella vita privata! Per auto citare una cosa che ho detto di recente: “Il problema della Sincerità è che non si compra a buon mercato. Bisogna sforzarsi per trovarla e non sempre è quella che vogliono gli altri. Tanta fatica per sceglierla, e poi 
regalarla non sempre ti fa amare. La gente che hai intorno preferisce che tu sia qualcuno che sta bene a loro.”

Hai frequentato scuole professionali e corsi di sceneggiatura. Cosa ti appassiona di più… scrivere o creare sceneggiature?

Per quanto mi piaccia sceneggiare, scrivere mi da’ un piacere inebriante; mi permette di concentrarmi e sgombrare la mente da altri pensieri, e quando il testo esce fuori con potenza è una scarica di adrenalina, come suonare un crescendo sul pianoforte. E’ il momento in cui mi sento più vicino a me stesso. Una cosa comunque non esclude l’altra e ritengo che la mia formazione come sceneggiatore mi abbia aiutato tantissimo come scrittore perché mi ha spinto a sviluppare uno stile orientato alla narrazione per immagini. Nel fumetto devi sempre pensare di visualizzare quello che racconti, questo è un approccio molto valido anche nei libri dove non hai l’ausilio del disegno e l’immagine va creata con le parole.

Rita Micozzi
Nel 2001, ad un corso di fumetto, incontri la disegnatrice Rita Micozzi, che ben presto diventerà la tua compagna di lavoro e di vita. Come funziona, la vostra collaborazione professionale?

Rita mi ha spesso ispirato con la sua arte, senza di lei Darkwing non esisterebbe. Poiché le nostre competenze sono complementari ci aiutiamo spesso a vicenda nel lavoro. Anche se a volte questo finisce per diventare oggetto di accese discussioni…



Darkwing
Nel 2002 inizi a lavorare sul primissimo prototipo di “Darkwing”, prendendo spunto da un vecchio schizzo trovato nel diario di Rita. Vuoi introdurci questo interessante progetto?

A quei tempi eravamo entrambi fan di PKNA, un noto fumetto Disney che presentava il personaggio di Paperinik in chiave supereroistica. Io scrivevo fanfiction e lei disegnava fanart.  Un giorno trovai sul suo diario di scuola uno schizzo di PK rivisitato come un guerriero medievale; da lì mi venne l’idea di una fanfiction a episodi che presentasse il personaggio in un contesto fantasy. Scrissi alcune puntate, senza mai pubblicarle, che in seguito divennero l’ossatura della prima versione di Darkwing. Quell’idea non vide mai la luce, ma gli elementi base della storia erano già lì; c’era un uomo perso in un altro mondo che cercava di tornare a casa, una spada dotata di un potere oscuro e i comprimari principali (o almeno le loro prime versioni). Mi accorsi che l’idea era buona e poteva funzionare di per sé, in seguito quindi la ristrutturai per creare una storia del tutto indipendente. Così nacque il prototipo di Darkwing, che poi negli anni, attraverso lunghe e lente riscritture e una mia maturazione personale, ha assunto la forma attuale.

Con “Darkwing”, ti proponi quindi al pubblico in veste di scrittore, concretizzando finalmente quella che è stata fin dall’inizio la tua passione più autentica. E’ così?

Sì. Ho dedicato moltissimo a questo progetto, un lavoro lungo dieci anni in cui siamo cresciuti insieme. Vederlo finalmente diventare grande e spiccare il volo fuori dal nido per me è stata una emozione incredibile.

Proposto originariamente come autoproduzione, il progetto è stato di recente preso in carico da Ute Libri. Ti posso chiedere come ti sei trovato con l’auto pubblicazione e quale percorso suggeriresti, dopo aver provato entrambe le esperienze, a chi si avvicina alla scrittura?

Suggerisco di tentare prima i canali tradizionali e poi, se non dovesse andare, tentare l’autoproduzione. Auto prodursi bene è difficile, faticoso, costoso; può portare al successo ma anche all’estinzione. Trovare un editore è sempre la cosa migliore - basta che non chieda soldi per pubblicare. A chi volesse approfondire l’argomento consiglio quest’altra mia intervista su Penne Indipendenti

Infine… evoluzione di “Darkwing” a parte, progetti per il futuro?

Realizzare questo progetto naturalmente mi occuperà per molto tempo, ma nel frattempo continuo a lavorare nei fumetti come sceneggiatore e colorista. Ad esempio io e Rita stiamo preparando un progetto per la Francia, ma è ancora presto per parlarne.

Grazie per aver condiviso il tuo progetto con noi e in bocca al lupo per tutto!
Roxie


(Ricordo a chiunque volesse avere il suo spazio/intervista su questa stessa pagina che mi può scrivere a: info@roxieplace.com)

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