Sono sinceramente onorata di poter intervistare il giovane cantautore che
sto per introdurvi… Piermatteo Carattoni. I motivi sono molteplici ma
fondamentalmente, è perché nutro profonda stima per il suo lavoro e per la
determinazione con cui ci si dedica.
Piermatteo Carattoni |
Hai fatto una lunga gavetta, suonando e cantando dal vivo, ci racconti qualcosa a proposito delle esperienze passate?
Grazie per l'ospitalità e per la bella iniziativa di dare visibilità ad
artisti esordienti o poco noti al grande pubblico! Nel capitolo della mia
"preistoria" infilo tutte le esperienze precedenti alla pubblicazione
del disco. Ho suonato tanto nel microcosmo del circondario e questo mi ha
permesso di affinare l'ingranaggio della mia formazione live originale che
consisteva in un trio semiacustico e anche di smussare i miei angoli peggiori
sotto il profilo del contatto col pubblico. A questa schiera di esibizioni
bisogna aggiungere una serie di episodi più eclatanti quali opening act anche
piuttosto memorabili che ricordo con grande piacere e per i quali devo
ringraziare No Stop Music, un
comitato di musicisti sammarinesi con cui ho collaborato.
Con quali artisti hai condiviso il palcoscenico e c’è qualcuno di loro
che ti ha lasciato un segno indelebile nell’anima?
Tra gli artisti famosi con cui posso dire di aver propriamente condiviso il
palcoscenico di grossi eventi live non si possono tacere Negrita, Meganoidi,
Modena City Ramblers, Jennifer Gentle, Aram Quartet, Nobraino, ecc... A livello
di festival mi sono incrociato, ad esempio, con i Ratti della Sabina, il
maestro Detto Mariano, Franco Fasano, Alberto Fortis, Marco Ferradini,
Antonella Ruggiero. A livello di live act in discoteca posso sparare nomi come
Bob Sinclar, J-Ax, Subsonica, e diversi altri. Tutta scena, ahah. Più che
grossi segni nell'anima ricordo l'emozione, a tratti l'incoscienza... se
vogliamo, addirittura un po' condita da una sorta di incapacità di vivere
appieno quelle occasioni. Come se mi ci fossi ritrovato gettato dentro. Un po'
spaesato e avulso. Ma era anche il loro bello. Piccole comete a squarciare il
cielo mio e di chi ha suonato con me in quelle occasioni e abusatissimi
paragrafi di curriculum da riciclare costantemente. L'altisonanza è un
parametro stilistico necessario nella promozione di un esordiente pop ;)
Nel 2010 hai pubblicato il tuo album d’esordio, “Pagine Strappate”. Ce
ne vuoi parlare?
"Pagine Strappate" è frutto di anni di prove, messe a fuoco,
dolori giovanili, entusiasmi e voglia di tenere insieme qualcosa di solido e
definitivo. In contrapposizione a svariate ispirazioni che nel tempo mi hanno
colto senza poi essere coltivate con l'opportuna cura. E’ un film di canzoni,
dieci per l'esattezza. Un album che può essere fruito come una storia oppure
no. Se si accetta la visione concettuale (concept!) ci si troverà dinanzi ad
una drammaturgia poco velatamente autobiografica entro la quale il protagonista
passa attraverso le fasi di innamoramento, disaffezione, rancore e rinascita
spirituale. Sono tantissime le cose che potrei dire. Soffermarmi sull'aspetto
autoriale, sulle esperienze che l'hanno generato o il background che l'ha reso
possibile; parlare invece del piano realizzativo, degli arrangiamenti, di tutti
gli episodi che per scelta, destino o coincidenza, hanno definito il suo sound
e la sua direzione artistica. Potrei raccontare della promozione, dei
videoclip, del dvd live che l'ha accompagnato. Non so quanto sarebbe
interessante. Dico solo che "Pagine Strappate" ha segnato una lunga
ferita nel palmo di mano immaginario della mia vita, da cui sono sgorgati sia
fiotti di sangue che raggi di luce. Ora la sto facendo colpevolmente poetica ma
ti assicuro che questo percorso, inteso nella sua globalità e non solo come
album, mi ha dato e chiesto tanto. Al punto che sul finire dei mesi, anzi degli
anni, dedicati a questo progetto artistico, ho avvertito spesso la voglia e
l'esigenza di scappare, di affrancarmene.
Se davanti a te ci fosse una persona che ti chiede perché dovrebbe
acquistarlo, che cosa preferiresti rispondergli?
Che è fatto col sangue, con le mani, con la testa, con la penna e la
chitarra. Che ci abbiamo messo dentro tutto quello che avevamo e potevamo. Si
sente in ogni singola nota. Non segue mode. Non cerca di piacere nè di essere
quello che non è. E' arrangiato da un cantautore improvvisato, da un metallaro
intellettuale e da un supereroe venuto dagli anni '60. Non vi aspettate niente
di particolarmente banale! Ops...immodesto?! Beh ormai l'ho detto! (e guarda
caso, è così).
Sei stato scelto dalla Baia
Imperiale, Club fra i più famosi in Europa, come musicista nella fase Live
preserale. Anche qui, hai avuto occasione di esibirti prima di grandi artisti.
Qualche annedoto che ti va di condividere con i miei lettori?
Sì, un parzialissimo elenco degli artisti a cui ti riferisci l'ho già
stilato rispondendo alla seconda domanda. Beh lavorare in discoteca è dura. La
stragrande maggioranza del pubblico non solo non affluisce per te ma a volte è
addirittura infastidito dal trovarsi di fronte un cantante che pur volendo e
volendosi divertire, resta sempre piuttosto intimista e introverso. Sembra un
usurpatore della pista: ehi, ma dov'è il
dj? chi sei tu maledetto chitarristuncolo? Mi sono dovuto misurare con
questo genere di realtà, prendendomi un bel numero di sfottò fortunatamente
stemperati da molti attestati di stima. E' bello quando si riesce a fare il
pieno nella sala, quando centinaia di persone intonano canzoni/inno come
possono essere le cose prese in prestito dalla discografia di un Vasco o di un
Ligabue. Gli aneddoti qui si sprecano veramente. Le persone che ti vengono a
parlare mentre canti, come se manco se ne fossero accorte e ti chiedono se
"c'hai una cartina per farsi una siga..". Personaggi talmente al di
là del bene e del male che a volte la linea tra il riso e il pianto si
assottiglia fino quasi a non esserci più. Insomma, una scuola di sopravvivenza
CantAurorale piuttosto dura e sanguinaria. Ma finora ho vinto io, igh!
Cosa fai, quando non componi canzoni e non canti, in giro per l’Europa?
Uuuu...dicendo Europa sei stata davvero troppo entusiastica... ma essendo
sammarinese posso dire di suonare con disinvoltura almeno in due stati! Di
mestiere sono riuscito a rimanere nell'ambito della musica diplomandomi in
chitarra moderna e facendo didattica soprattutto a livello di avviamento per
ragazzi e di laboratori live dove la mia figura, più che nel maestro, si
incarna nel ruolo di coordinatore artistico che mi è più congeniale. Ora, ad
esempio, sto organizzando il cartellone musicale mensile per un locale della
mia zona ma anche questo non è che sia tanto esterno al cerchio dell'Avventura
CantAurorale, anche se periferico. Per il resto, che faccio? Quasi nient'altro,
davvero quasi nient'altro. Dovrei uscire, fare un po' di sport e più public
relations. Dovrei pagare un consulente che mi aiutasse a essere più performante
nel corteggiamento. Una specie di Hitch,
quello del film con Will Smith. Sono una frana e sto pericolosamente ingrassando.
Sono sul viale del tramonto, cara Roxie, ahaha!
Quanto è difficile, oggi, lavorare nell’ambito della musica e cercare di
ritagliarsi uno spazio a livello nazionale?
Per come la vedo io è davvero dura. Non tanto per le trite e ritrite
ragioni discografiche ma sai perchè? Perché in moltissimi non hanno voglia di
ascoltare. Dopo diventa difficile. Romanza non è Danza Kuduro (o come si
scrive). Per molto tempo ho sofferto nel non vedere riconosciuta la bontà del
mio lavoro su una scala un po' più vasta, al di là dei gusti. Ora sai che c'è
di diverso? Che va benissimo così. Sono tornato alle mie origini. Quando lo
facevo per me. Quando era tutto molto più duro e puro e ti dico... credo che
questo sia il mio vero habitat.
Dal vivo ti accompagnano diverse formazioni musicali, vuoi spiegarci
cosa significa collaborare con una band e quanto sia importante che
l’affiatamento sia totale?
Dal vivo ho una band e un duo acustico. Negli ultimi tempi avendo accettato
per tre anni consecutivi impegnativissime stagioni estive e altrettanto toste
stagioni invernali (con la didattica), ho un po' trascurato queste formazioni.
Non che non abbiamo più suonato ma siamo rimasti un po' fermi lì, a quanto era
stato disposto nel periodo ruggente di “Pagine”. Ora gli astri si sono
allineati ed è tornata una gran voglia di fare, sarà anche grazie al secondo
album in produzione ma sarà anche che a volte le strade portano dove devono
portare, mica sono sempre vicoli ciechi!! Per me la band è tutto e non vedo
l'ora di rientrare nel vortice delle prove, siamo appena ripartiti.
L'affiatamento è grande... sia col gruppo che col duo. Siamo anche amici e di
questi tempi è davvero dura trovare persone serie, capaci e appassionate al
progetto. A questi ragazzi devo tutto: K, Danilo, Cassa e Dorian. Più un nuovo
amico che speriamo si affezioni alla family e che speriamo sia venuto per
restare!
Quali sono gli artisti italiani ed internazionali che ritieni ti abbiano
ispirato, durante la tua formazione musicale?
Lucio Battisti, Ivan Graziani e Alberto Fortis, soprattutto.
Infine, nuovi progetti di cui intendi metterci al corrente?
Stiamo registrando le chitarre del mio secondo album. Non vedo l'ora di
pubblicarlo, di "buttar fuori" il materiale nuovo, di poterlo
suonare, di vedere come reagirà la gente... insomma, di vivere una sorta di
secondo capitolo. Sarà liberatorio e molto più divertente della prima volta. Me
lo sento :)
Grazie di cuore per avermi regalato l’emozione di poterti intervistare sul
mio Blog, Pierma!
Auguri di ottima vita, personale e professionale… e lunga vita alla musica,
sempre!
Roxie
(Ricordo a chiunque volesse avere il suo spazio/intervista su questa stessa pagina che mi può scrivere a: info@roxieplace.com)
Video Ufficiali
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