domenica 30 settembre 2012

Intervista a Tanya D'antoni



Oggi, ho il piacere di introdurvi una nuova amica su Facebook, la scrittrice Tanya D’Antoni.
Ciao Tanya, ben arrivata nel mio blog!

Tanya D'antoni
Comincio col chiederti come è nata in te la passione per la scrittura?
            
Intanto ti ringrazio per l'opportunità che mi dai, la passione è nata piano piano direi meglio coltivata come una piantina dove dai le prime amorevoli cure per poi vederla crescere rigorosamente. Queste cure, ovviamente, sono state date da mia madre, appassionata di teatro che non mi ha fatto mai mancare il suo sostegno. Fin da piccola la vedevo scrivere poesie in dialetto siciliano e mi coinvolgeva nelle sue attività, col tempo mi appassionai e all'età di 15 anni già scrivevo le prime poesie.

Cosa o chi ti ispira maggiormente, quando crei?

Non ci sono elementi fissi che mi ispirano, dipende anche dallo stato d'animo, a volte la natura, il paesaggio, certo la parte maggiore la fa la fantasia, diciamo che viaggio molto con la fantasia e questo mi aiuta, un discorso a parte è stata la realizzazione del mio primo romanzo “Il vento dell'illusione” che avendo un ambientazione storica ho dovuto svolgere delle ricerche storiche che sono durate circa un anno e mezzo.

La tua biografia racconta che hai avuto un brutto incidente che ti ha cambiato la vita… vuoi provare a raccontarci questa difficile esperienza?

Il tutto inizia nel 91 in un pomeriggio normale come tutti gli altri, casa, scuola, compiti e amici. Mi accingo ad uscire di casa per andare da una mia amica dall'altra parte della città, ma avevo un presentimento, come un campanello d'allarme, anche se nulla di ben definito, portai con me una coroncina del rosario e mi avviai. Il pomeriggio passò tranquillamente in allegria, da premettere che sono astemia. Si fece l'ora del rientro, presi l'auto e mi avviai verso casa. Ricordo che piovigginava e la strada del rientro era trafficata, per fare prima decisi di prendere l'autostrada, arrivata in prossimità di un cavalcavia durante un sorpasso l'auto che mi stava a fianco non accennava a rallentare e improvvisamente persi il controllo dell'auto, intravidi nell'altra auto la presenza di due bambini e istintivamente sterzai nella direzione opposta per evitare di finirgli addosso, in quel momento pensai solamente all'incolumità di quei due bambini. L'urto contro il guardrail fu violento tanto che la parte anteriore dell'auto fu distrutta, con forza sbattei con la testa nel parabrezza, la vettura intanto, arrestata la sua corsa, rimase in bilico sulla paratia inferiore del guardrail, la parte superiore invece era caduta nel cavalcavia. Si avvicinarono due ragazzi vestiti in maniera uguale, mi caricarono in auto, dopo avermi dato un fazzoletto per tamponarmi la ferita che avevo al viso, la ragazza, che intanto era alla guida, mi portò in ospedale. Ricordo solo che era una bella donna, bruna dai capelli neri e occhi azzurri cristallini e durante il tragitto le dissi: “E ora chi glielo dice a mio padre?”, pensavo mi avrebbe rimproverato per la macchina. La ragazza rispose dicendomi: “Girati e guarda dietro, tu sei stata salvata dalla Madonna”, io mi voltai indietro e al posto dell'auto distrutta vidi la Vergine Maria vestita di bianco e azzurro e teneva in mano un bambino, da lì restai scioccata. Arrivata in ospedale la giovane mi stese accanto finché non arrivarono i miei genitori. Al momento di volerla ringraziare chiesi ai medici dove fosse la persona che mi aveva accompagnata e che fino a pochi minuti prima mi teneva la mano. I medici mi risposero che non c'era stato nessuno accanto a me e che tanto meno ero stata accompagnata. Da lì pensai che sicuramente qualcuno, al di sopra di me, aveva vegliato sulla mia incolumità.

Sei volontaria del Soccorso nella Croce Rossa Italiana. Cosa porta nella tua vita e quanto ti condiziona, magari, anche nella scrittura?  

Nella vita mi porta la consapevolezza di essere utile agli altri, disinteressatamente, sono a contatto con delle realtà che spesso noi ignoriamo, e dopo ogni turno vai a casa con un animo diverso, più appagato, non un appagamento per il mio amor proprio ma un appagamento interiore. Nel mio piccolo ho contribuito a rendere migliore, in qualche modo, la giornata di altri, magari meno fortunati di me. Cerco di non mischiare mai ciò che provo durante il servizio con la scrittura, magari colgo degli stati d'animo che posso riversare nei personaggi dei miei lavori.


Il vento dell'illusione
Nel 2011, hai pubblicato il tuo primo romanzo, “Il vento dell’illusione”. Ci racconti di cosa tratta?

“Il vento dell'illusione” narra gli eventi tra la notte del 23 e il 24 agosto del 1572, chiamata la notte della strage di San Bartolomeo, avvenuta in Francia, Parigi. Ho inserito personaggi di fantasia in un contesto storico reale. Chantal, contessina di nobile lignaggio, trascorreva le sue giornate al riparo dagli eventi tragici di quei giorni. Una serie di avvenimenti la porteranno a ribellarsi ai voleri paterni e a scontrarsi con la dura realtà che a lei era sconosciuta. Il tutto farcito da duelli, intrighi, inganni, amori, un potporri di azione, romanticismo e tanto altro ancora.


Vuoi parlarci anche del concorso che hai vinto con Butterfly Edizioni e che ti vede fra gli autori protagonisti dell’antologia “Sussurri dal cuore e… dalle tenebre”, con il racconto “La sirena di Tralee”?

Ho letto per puro caso su Facebook il bando del concorso della Butterfly edizioni, e ho deciso di partecipare con due racconti, sinceramente non pensavo che sarei stata fra i vincitori con il racconto “La sirena di Tralee”, anche perché avevo tenuto questa storia per tanto tempo nel cassetto, forse sottovalutandola. L'antologia dovrebbe uscire tra qualche mese.


Per salutarci, vuoi aggiungere qualcosa che non ti ho chiesto e che avresti piacere di condividere con noi?

Vorrei condividere, con chi legge, il successo che sta avendo la mia iniziativa, cioè quella di dare una mano a giovani autori che hanno difficoltà a pubblicizzare le proprie opere e a farsi conoscere, a questo scopo è nato il gruppo, su Facebook, del Narratore, e che in questi giorni ha raggiunto 1300 circa di iscritti, da lì sono nate molte altre iniziative, il sito web, la web radio, la web tv  su livestream, il blog, la rivista e Videointervistando, che sarebbe un modo diverso di intervistare con parole e immagini, e sinceramente non pensavo che riscuotesse tutto questo  interesse.
Un ringraziamento di cuore a te e a quanti seguono e seguiranno le mie iniziative.

Grazie per essere stata con noi e in bocca al lupo per tutto!
Alla prossima occasione,
Roxie





(Ricordo a chiunque volesse avere il suo spazio/intervista su questa stessa pagina che mi può scrivere a: info@roxieplace.com)

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