mercoledì 2 gennaio 2013

Intervista a Manuel Pomaro

Abbiamo oggi con noi, lo scrittore Manuel Pomaro.
Benvenuto, Manuel!

Lavori nell’azienda tessile di famiglia, immagino che questo occupi molto del tuo tempo. Come trascorri il resto? Voglio dire, ti va di raccontarci qualcosa di te? 

Manuel Pomaro
Certamente: anche se dedico molto tempo al mio lavoro che a volte mi occupa sia il giorno che la notte, passo il resto del mio tempo a scrivere e al cinema, lasciando anche spazio per un’altra mia passione, ovvero il Kudo che è un’arte marziale del tutto nuova.

Ci sono autori a cui diresti di somigliare o a cui ti senti affine?

Ora come ora non saprei dirti a quale autore potrei assomigliare, anche perché sto sperimentando romanzi di vario genere, per trovare quello che mi appassiona di più. Quello che posso dire è che alcune persone che hanno letto i miei lavori, hanno definito il mio stile un po’ contorto.

Hai scritto romanzi di generi differenti, quale ti ha appassionato maggiormente?

Sicuramente mi ha appassionato di più “Il sentiero che conduce a casa”, perché parla d’amore, non solo fra uomo e donna, ma anche fra figli e genitori e fra fratelli e sorelle. E poi parla di sacrificio: quello che sarà portato a compiere uno dei protagonisti verso la persona che ama.

Nel 2011 hai pubblicato il tuo primo romanzo, “Ieri irreale” (Arduino Sacco Editore). Ce ne parli?

Nel mio primo romanzo “Ieri irreale”, che definisco spy-fantascientifico, racconto la storia di Ewan, un uomo deceduto a cui hanno alterato la memoria del giorno prima, dopo averlo riportato in vita.

Il sentiero che conduce a casa
Successivamente hai pubblicato “Il sentiero che conduce a casa”, un genere completamente diverso, appunto. Ce ne parli?

In questo romanzo ho cercato di toccare i cuori delle persone, parlando di sentimenti. I protagonisti John e Lara si innamorano l’uno dell’altra al primo impatto. Ma fra loro si sovrappongono alcuni eventi: la scomparsa di John e la malattia di Sarah, sorella minore di Lara.

Ultimamente hai pubblicato su Amazon "Il giorno che andrà tutto bene". Raccontaci…

Ne “Il giorno che andrà tutto bene” parlo di alcuni episodi della mia vita. La malattia di mio padre, la mia lotta contro l’ansia e gli attacchi di panico e le vicende con gli psicofarmaci. L’ho scritto perché spero sia d’aiuto a persone che, come me, fanno fatica ad affrontare la vita per colpa della paura di affrontare determinate situazioni, con il consiglio di non assumere mai ansiolitici e psicofarmaci di alcun genere.

Per concludere, che progetti hai per il futuro?

In questo periodo sto sistemando alcuni dettagli al mio ultimo romanzo di fantascienza. In questo parlerò di alieni che si scontreranno con umani da particolari capacità o superpoteri. Sto anche lavorando al mio quinto romanzo: inizia come romanzo rosa per poi passare al thriller.

Grazie per essere stato mio ospite e a presto, con le tue nuove avventure editoriali!
Roxie

Grazie a te per avermi dato l’opportunità di farmi conoscere. A presto



(Ricordo a chiunque volesse avere il suo spazio/intervista su questa stessa pagina che mi può scrivere a: info@roxieplace.com)

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