Ospitiamo
oggi lo scrittore Vito Maurantonio.
Benvenuto,
Vito!
Vito Maurantonio |
Hai iniziato a scrivere molto
presto. Quanti anni avevi?
Ciao a tutti i lettori e grazie a te,
Roxie, per avermi ospitato.
Intorno ai 13/14 anni ho iniziato a
scrivere le classiche frasi da diario o pensieri di un adolescente, se
preferisci ma è intorno ai 17 anni che ho iniziato a scrivere i miei primi
versi, in cui racchiudevo un po’ le esperienze che la vita mi offriva. Le
custodivo sempre gelosamente. Questo dovuto al mio carattere timido e riservato
(anche se non lo dimostro e potrei sembrare totalmente il contrario). Scrivere
per me era come raccontare di me a me stesso, un modo per conoscermi meglio.
Un’altra tua grande passione è
quella per la musica. Come ti ha visto protagonista?
La musica mi circola nelle vene. Sempre
intorno ai 17 anni con alcuni amici avevamo pensato di creare una rock band con
la quale eseguivamo alcune cover dei nostri artisti preferiti. La band
l’avevamo chiamata Ora x ed io ero la voce del gruppo. È un periodo a cui sono
particolarmente legato perché è proprio allora che la mia passione per lo
scrivere si acuì, con la voglia di creare dei testi sui quali adattare la
nostra musica e man mano che scrivevo, cercavo di perfezionare il mio stile di
scrittura. Mi piaceva e accarezzavo l’idea che chi leggeva o ascoltava le mie
parole doveva sentirsi parte di esse. Quindi la mia decisione di scrivere cose
reali, la vita che vivevo, in modo che chiunque poteva sentirsi vivere nei miei
versi.
Di cosa ti occupi, quando non
scrivi?
Il lavoro mi occupa gran parte della
giornata ma mi da anche l’opportunità di poter vivere certe esperienze che
arricchiscono il mio bagaglio di vita. Il tempo libero comunque lo impegno con
la musica e soprattutto, tanta lettura. Di ogni genere: dai romanzi alla poesia
e di autori anche sconosciuti. Ne scopro sempre di più bravi.
Nel 2004 un evento personale
drammatico ti ha cambiato la vita. Ti va di raccontarci qualcosa?
Una pagina molto dolorosa nella vita
di tutta la mia famiglia e che, nonostante siano passati molti anni, brucia
ancora dentro come se fosse ieri. Ci sono davvero poche parole per descrivere
il momento. Purtroppo, nel 2004, mio fratello maggiore Cosimo, è stato
stroncato nel giro di pochi mesi da una malattia. Sono stati dei mesi
devastanti, non solo per il dolore che avevamo provato prima e durante la
malattia ma anche per tutta la cornice che si era venuta a creare attorno.
Vedi, ti demolisce sapere che hai di
fronte a te una persona, a cui sei legata da un legame così forte, che sta
lottando con una forza d’animo e fisica contro un qualcosa che lo sta mangiando
dentro. E ti demolisce sapere che nella maggioranza dei casi, nonostante tutti
i santi e le madonne che stai pregando, quella persona non sarà più nella tua
vita terrena. Continui a pregare Dio, a pregare che un miracolo possa accadere,
che la scienza possa sbagliare la sua statistica o che faremo parte di quella
percentuale positiva. Ma ovviamente, sono solo speranze che in quel momento li
servono a reggere la tua psicologia che nel frattempo è diventata tanto sottile
e fragile. Poi, però, ti ritrovi a fare i conti con il destino o chi per lui e
tutti i perché del mondo senza una risposta plausibile.
La cosa che ti da forza è sentire
quella persona avere a sua volta la forza di dire “io ce la farò”; “vada come
vada vincerò comunque io”; “perché proprio a me….ma meglio che sia capitato a
me che almeno me lo posso permettere che a qualche altro che magari non ce la
fa sia fisicamente che economicamente”. Ecco mio fratello, sempre con il
pensiero verso gli altri. Ho tanti ricordi di mio fratello e soprattutto tanti
insegnamenti. Ho avuto la fortuna di avere due fratelli maggiori che mi hanno
insegnato tanto nella vita. E Cosimo era per tutta la famiglia e soprattutto
per i suoi fratelli un faro, un punto di riferimento e ci manca come l’aria.
Diario di un sognatore innamorato |
Nel 2011 hai pubblicato una
raccolta di poesie, “Diario di un sognatore innamorato”. Ce ne parli?
Nel 2011 ho deciso di uscire dalla mia
riservatezza e timidezza e ho deciso di pubblicare alcuni miei scritti. Una
raccolta di 42 poesie intitolata “Diario di un sognatore innamorato”. Un diario
in cui racchiudo in versi le esperienze di vita quotidiana, ricordi che
ritornano, speranze, false partenze, momenti gioia e momenti di dolore. Le
poesie di “Diario di un sognatore innamorato” parlano d’amore, ma anche di
sogni, della società in cui viviamo, di desideri. Un diario di vita vissuta in
tutte le sue sfaccettature in cui il lettore potrebbe riconoscersi. Il tema
principale della raccolta è l’amore ma amore con la “A” ed inteso a 360 gradi,
non solo amore fisico. Amore nei confronti di tutto ciò che si ha il bisogno di
amare, perché è dall’amore che ci viene la forza di vivere e la vita va amata.
Non posso proprio immaginare una vita senza amore.
Piccolo spazio
pubblicità…. “Diario di un sognatore innamorato” è acquistabile in tutte le
librerie elettroniche o richiedendolo direttamente al mio indirizzo di posta
elettronica vito.maurantonio@hotmail.it. Per
chi vuole sapere di più sulla raccolta, in Facebook c’è un gruppo dedicato dove
si possono leggere anche le recensioni.
Credi che ci sia ancora uno
spazio per la poesia, nel settore editoriale, così come è strutturato
oggi?
Tempo fa dicevano che il rock è morto.
Oggi sentiamo dire che la poesia è un genere ormai passato e che non legge più
nessuno. Non ho un’esperienza tale che mi permetta di ampliare commenti sul
sistema editoriale del momento, ma credo che non esiste e non deve esistere un
genere letterario passato o morto. La cultura e l’arte vanno promosse in ogni
forma in cui esse si presentano. Per la poesia è compito non solo degli autori,
ma anche e soprattutto degli editori promuovere i propri autori poeti. La
poesia la viviamo quotidianamente:cerchiamo messaggi poetici da dedicare,
scriviamo sms in forma poetica alle persone che amiamo, cerchiamo pensieri
poetici per le occorrenze. La poetica la viviamo anche attraverso le canzoni
dei nostri artisti preferiti. Senza la poetica non ci sarebbero neanche canzoni
che regalano certe emozioni. La poesia ha la capacità di racchiudere anche in
una sola parola una carrellata di emozioni e farti commuovere. La poesia ha la
capacità di farti riflettere e lasciare un sospiro fra le sue parole; ha la
capacità di creare certi stati d’animo che sono autentici. Ed è sbagliato far
passare la poesia come un genere letterario che annoia. Dal mio punto di vista
non è un genere letterario che annoia, ma è il contenuto che può piacere o non
piacere a seconda dei gusti. Io sono del parere che bisogna leggere e
arricchire il proprio bagaglio culturale.
Progetti per il futuro?
Spero che “Diario di un sognatore
innamorato” sia solo l’inizio di un percorso. Mi piace mettermi alla prova e
tastare i miei limiti. Sto lavorando ad un racconto e non escludo un'altra
pubblicazione di poesie. Inoltre non escludo un ritorno al rock. Sognare è
lecito.
Grazie
per essere stato con noi, a presto, per le tue prossime avventure editoriali!
Roxie
Grazie
a te Roxie, è stato un piacere ed un saluto particolare a tutti i lettori:
sempre in gamba!
(Ricordo a chiunque volesse avere il suo spazio/intervista su questa stessa pagina che mi può scrivere a: info@roxieplace.com)
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