lunedì 8 ottobre 2012

Intervista a Deborah Scollato



Sono felice di introdurvi, oggi, la giovane scrittrice Deborah Scollato.
Benvenuta, Deborah!

Deborah Scollato
Innanzitutto, ti va di raccontarci chi sei? Qualcosa che ci possa far comprendere il tuo mondo?

Ciao Roxie, grazie del tuo tempo e dello spazio dedicatomi per questa intervista. Il mio mondo... ho una vita molto semplice e piuttosto comune, vivo insieme a mio marito dall’età di diciannove anni e all’età di 24 anni ho avuto mia figlia, finito il periodo di maternità mi sono licenziata dal lavoro come operaia che avevo per occuparmi di lei. Io sono originaria dell’Isola D’Elba mentre mio marito del basso mantovano, dopo un breve fidanzamento a distanza di dieci mesi mi sono trasferita nel suo paese, qui non avevo nessun familiare che potesse aiutarmi con la bimba dato che mia madre viveva ancora sull’isola, mentre mio padre ci aveva abbandonate quando avevo circa otto anni; invece per quanto riguarda i miei suoceri anche se sono persone più che disponibili non sono ancora in pensione e lavorano entrambi, per cause di forza maggiore, sono diventata una mamma a tempo pieno e la cosa non mi dispiace affatto. Adoro giocare con la mia bimba e adesso che ha tre anni posso condividere con lei le passioni che abbiamo in comune come disegnare, costruire strani oggetti in stile art attack e fare ricette semplici dove lei può aiutarmi ma soprattutto ho ritrovato il tempo che il lavoro in fabbrica mi aveva tolto, per scrivere ed approfitto di ogni suo riposino e del tempo che trascorre all’asilo per dedicarmi a questa passione.

Sei diventata madre, all’età di 24 anni. Un’esperienza che deve aver contribuito alla tua scelta di scrivere favole… oppure no?

Direi che è stata veramente decisiva, mi è sempre piaciuto scrivere racconti fantasy e non avrei mai pensato di scrivere favole. Dopo la nascita della bambina, mi ero ripromessa che le avrei trasmesso l’amore per la lettura e ancor prima che compisse un anno le leggevo quei piccoli libri di cartone anche se lei più che ascoltarli preferiva mordicchiarli, comunque rileggendo le favole più comuni che ognuno di noi conosce mi sono resa conto che oltre al messaggio esplicito di credere nei propri sogni ne usciva fuori anche un secondo un po’ più nascosto e magari visibile solo a una pignola come me, cioè molte di queste storie parlano di belle ragazze gentili e sfortunate che potrebbero cambiare tutto semplicemente dicendo “Basta, tutto questo non è giusto vado a inseguire un futuro migliore” ed invece no, stanno li felicemente sottomesse e accettano ogni tipo di cattiveria finché non trovano un principe che se le sposa e le porta via… beh, come immagine femminile, la trovo veramente triste così mi sono detta è ora che le principesse si rimbocchino le maniche e invece di aspettare qualcuno che se le sposi facciano tutto il possibile per cambiare il loro destino ed è con questo scopo che ho iniziato a scrivere favole.

Come hai deciso di aprire il tuo “cassetto dei sogni” e di provare a pubblicare quello che è diventato il tuo primo libro?

Fino all’anno scorso non possedevo nessun tipo di computer infatti anche il manoscritto originale del racconto che ho appena pubblicato è scritto a mano su dei quaderni, mi piaceva scrivere a mano però effettuare le correzioni non era proprio il massimo… così mi sono decisa a comprare un notebook e come fanno molti tra le prime cose che ho fatto mi sono registrata su un social network, durante la registrazione nel paragrafo degli interessi e degli hobby scrissi: “scrivere, scrivere favole” e questa cosa suscitò molta curiosità tra i miei contatti che iniziarono a chiedermi perché non provavo a pubblicare qualcosa, io non li presi molto in considerazione. La ragazza di provincia amante della scrittura che invia uno dei suoi manoscritti a un editore e viene subito pubblicata, mi sembrava la trama di un film dozzinale e già visto. Poi un giorno, Nicole, questo il nome della mia bimba ha trovato il quaderno dove avevo scritto e illustrato “Margherita e la nave di cristallo” e incuriosita dai disegni mi ha chiesto di leggerglielo, rileggendolo mi sono resa conto che la storia era proprio carina e che se l’avessi riscritta con il computer avrei potuto apporvi alcune migliorie. Ogni sera, appena si addormentava, mi mettevo a scrivere e l’ho modificata, correggendone gli errori ed aggiungendo nuovi dettagli. Al termine del lavoro, ero veramente soddisfatta ed in quel momento l’idea di provare a farlo valutare da qualche editore iniziò a farsi più reale, iniziai a cercare i contatti delle varie case editrici e ad informarmi sul materiale di cui avevano bisogno, dopo di che lo inviai a tutte, dicendomi che al massimo mi avrebbero detto che non erano interessati e sinceramente ero convinta che lo avrebbero fatto tutte. Avevo inviato il manoscritto solo per dare un ulteriore senso a tutte le ore che avevo impiegato a scriverlo e quando, una dopo l’altra, mi ricontattarono con una proposta contrattuale sono stata la prima ad esserne stupita.

Margherita e la nave di cristallo
Ci racconti, quindi, del tuo primo romanzo, “Margherita e la nave di cristallo”?

Come ti ho già detto l’ho scritto inizialmente per mia figlia con lo scopo di trasmetterle dei messaggi importanti dietro una storia piacevole per un bambino ed il succo è proprio questo… Margherita insegna ai bambini ad essere coraggiosi, a lottare per i propri obiettivi, senza però mettere i piedi in testa ad altri per farlo, a capire che la gentilezza al contrario dell’arroganza ripaga sempre ed insegna ad essere solidali con il prossimo in una favola dall’inusuale mondo in stile fantasy tra orchi, fate, sirene e tante altre creature.
Margherita è un’orfana che viene cresciuta dalla domestica di una ricca signora, una sera una nave di cristallo la conduce in questo mondo fantastico e lei con coraggio affronta la missione che le viene proposta, durante il cammino tra scenari sempre diversi si imbatte in missioni di vera e pura solidarietà che non hanno molto a che fare con il vero scopo del suo viaggio ma che lei affronta senza tirarsi indietro. Ho messo in questo libro tutti i valori morali che spero mia figlia metterà in pratica nella sua vita.

A chi suggeriresti di leggerlo, se dovessi indicarci un target di lettori?

Lo consiglierei ai bambini dai 7 ai 10 anni oppure agli adulti che, come me, amano questo genere di storie, però, ti dirò, mia figlia che ha quasi quattro anni spesso mi chiede di leggerglielo anche se naturalmente non riusciamo mai ad arrivare alla fine… è ancora troppo lungo per la sua età e poi secondo me è un libro più piacevole da leggere che essere ascoltato in modo che il bambino possa volare totalmente con la fantasia in questo mondo incantato.

Pensi che continuerai sulla strada delle favole o che cambierai rotta, per i tuoi prossimi lavori?

Ho già scritto un secondo libro sempre per bambini e l’ho mandato da pochi giorni a far valutare, quindi incrociamo le dita. In questo preciso momento sto scrivendo un fantasy per ragazzi e adulti, è quello il genere che amo però non mi sento di dire che non scriverò altre fiabe o novelle anche se “Margherita e la nave di cristallo” la classificherei come un fantasy per bambini.

Progetti per il futuro, quindi?

Il mio progetto futuro è questo libro fantasy che sto scrivendo, sto mettendo nelle sue pagine tutta me stessa ed ogni volta che rileggo i capitoli già scritti ne sono molto orgogliosa e magari potrei anche farlo diventare una saga, invece di un solo libro... le basi per farlo non mancano.

Grazie infinite per essere stata con noi e appuntamento alla tua prossima avventura editoriale!
Roxie




(Ricordo a chiunque volesse avere il suo spazio/intervista su questa stessa pagina che mi può scrivere a: info@roxieplace.com)

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