sabato 13 ottobre 2012

Intervista a Jolanda Buccella


Con piacere, introduciamo oggi la giovane scrittrice Jolanda Buccella.

Benvenuta, Jolanda!

So che oltre alla scrittura, coltivi la passione per la pittura. Vuoi raccontarci cosa ti ispira, quando decidi di dipingere?


Innanzitutto permettimi di ringraziarti per questa possibilità, noi autori emergenti facciamo sempre molta fatica a trovare qualcuno che ci permetta di parlare delle nostre pubblicazioni. E’ vero, oltre alla scrittura, amo moltissimo dipingere e trovo ispirazione in tutto ciò che mi circonda… in un volto dai lineamenti particolarmente interessanti o in un paesaggio che cattura la mia attenzione quasi per caso, magari mentre sono in treno ma la pittura è un semplice hobby che tengo tutto per me nei momenti in cui ho bisogno di staccarmi dal mondo.


Ami moltissimo leggere, soprattutto romanzi latino americani. Come mai, questa predilezione?

Ho cominciato per caso al liceo, quando la mia prof di spagnolo mi diede da tradurre alcuni brani tratti dalla “Casa degli Spiriti” di Isabel Allende, tra me e quel romanzo fu amore a prima vista, così decisi di acquistarne una copia in italiano e da allora non ho più smesso di leggere la Allende, poi ho scoperto anche Gabriel Garcìa Marquèz e tanti altri autori minori che sono ancora sconosciuti al pubblico italiano. 

Come me, sei una tifosa della squadra del Milan. Come vivi la tua passione per il calcio e in particolare, per la tua squadra del cuore? 

Il Milan è una parte fondamentale della mia vita, un pezzo del mio cuore ormai visto che sono tanti anni che lo seguo da tifosa sfegatata insieme a mia sorella Stefania. Cerco di non perdermi mai una partita e quelle poche volte che capita mi sento in colpa come se avessi commesso qualcosa di terribile, il Milan  per me  c’è sempre e prima di qualsiasi altra cosa, perché insieme ad alcuni dei suoi uomini simbolo come Paolo Maldini, Pippo Inzaghi, Rino Gattuso e Sandro Nesta, mi hanno regalato delle gioie e delle soddisfazioni che mi rimarranno per sempre sulla pelle come un tatuaggio indelebile.

Fortuna, il buco delle vite
Nel corso di quest’anno, hai pubblicato il tuo primo romanzo, “Fortuna, il buco delle vite” (Ciesse Edizioni). Ce ne vuoi parlare?

“Fortuna il buco delle vite” è una storia molto forte che mi ha tenuta legata a sé per quasi cinque anni ed è stato molto difficile staccarmene, tanto che quando finalmente ci sono riuscita ho pianto per due giorni di seguito. E’ la storia di una quarantenne che per amore del suo compagno Nadir, un affascinante pediatra ruandese, decide di lasciare l’Italia e di trasferirsi in Ruanda a pochi giorni dall’inizio del genocidio dei tutsi del 1994. Le intricate vicende del destino poi la porteranno a trascorrere i suoi ultimi giorni in un carcere militare, dove ripercorrerà il complicato cammino delle sue vite passate perché, a differenza della maggior parte degli esseri umani, Fortuna è una donna che ha vissuto tre vite completamente diverse e prima di arrivare alla sua identità definitiva, ha prestato il suo volto e le sue emozioni alla piccola J. una bambina con i capelli rossi e una brutta malformazione alla colonna vertebrale e alla fragile Piccoletta, una povera barbona che viveva di espedienti per le strade di Roma. Lungo questo viaggio nel passato ritroverà i volti e le voci delle persone che più ha amato e odiato… il resto toccherà scoprirlo ai lettori.


Se dovessi consigliare di leggere il tuo libro… a quale target di pubblico, soprattutto, ti rivolgeresti e per quale motivo?

Vorrei che lo leggessero soprattutto quelle persone che si nutrono di pregiudizi e che storcono il naso quando per strada vedono una persona che fa fatica a camminare bene o un barbone oppure un uomo o una donna di un colore diverso. Vorrei che la mia “Fortuna” li aiutasse a rendersi conto che in fondo sono loro quelli che hanno un problema serio e preoccupante. 


Abbiamo già parlato delle tue passioni per la pittura e per il Milan… cos’altro ti piace, che cosa occupa il tuo tempo, quando non sei impegnata a scrivere?

Quando non sono impegnata a scrivere leggo tantissimo ma adoro anche cucinare i piatti della mia meravigliosa Campania, come la parmigiana e la pizza, andare al cinema e al teatro. In realtà mi piacerebbe molto anche viaggiare, vorrei trascorrere un Natale magico a New York ma questo non è un periodo particolarmente felice per le mie finanze perciò per il momento non mi resta che sognare.

Progetti per il futuro?

Vorrei continuare a scrivere, sto pensando al mio secondo romanzo e ho già qualche bel personaggio che mi frulla per la testa ma non me la sento ancora di anticipare la trama, perché quando scrivo non ho regole prestabilite e quindi la storia si evolve e cambia continuamente di giorno in giorno fino a quando non decido di metterla definitivamente su carta ma mi piacerebbe molto anche lavorare “dietro le quinte” di una casa editrice, magari nelle vesti di editor e curare una collana al femminile come quella della Newton e Compton di Roma che sta ottenendo un grande successo. Ho già il nome “Fermina”, come la protagonista di “L’amore ai tempi del colera”, uno dei miei romanzi preferiti.

Grazie per aver condiviso il tuo mondo con me e con i miei lettori, appuntamento alla tua prossima pubblicazione e in bocca al lupo per un futuro luminosissimo!
Roxie


(Ricordo a chiunque volesse avere il suo spazio/intervista su questa stessa pagina che mi può scrivere a: info@roxieplace.com)

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